iwasnesos

semplici pensieri confusi scritti di notte

Mese: marzo, 2006

Razionalismi. 28/03/2006

Casa del fascio. Como.Asilo S.Elia. ComoAsilo S.Elia. Como

Ale

Nannininight

Sei lontano Questa sera che mi fa ridere di noi  Sei come il vento che vedo andar via Non sei qui e cosi’ sia..

Pura emozione in endovena psico.musicale. Gianna è grande. è bella. è viva. e sorprendente sempre. tra un sorriso, una lacrima, un salto, un grido e una Santacroce che ti spunta come un fungo matto tutto a un tratto. a sibilare le parole del cuore da fottere. ho il pianoforte di marinaio ancora qui, nello spazietto del cervello in alto a destra. e alla fine..

Ora che fai
Metti ponti di qua e di là
Nascondi i segni conti i giorni
Che cominciano senza di noi

Ci pensi mai
Ai ricordi che scappano via
Mi mancherai
E cosi’ mi farai compagnia

Davanti a me si perde il mare
Io sto con te senza lacrime
Tu come fai a darti pace
Se non finisce mai per un giorno intero
Per tutta la vita

Pelame!

Sogno o son desto.. siamo in fascia protetta.. faccio zapping destreggiandomi nel trash domenicale e chi compare.. chi ci allieta con la sua ugola d’oro?! E’ lui.. Malgioglio! attorniata da prestanti ragazzi di colore che si dimenano e cantano, la pustola fucsia intona con sguardo rapito e languido una versione remix disco tazzenda in spagnolo di Sbucciami, tradotto.. Pelame!  irresistibile..   la Venier a fine esecuzione si complimenta.. e lui: "ringrazio tutti, perchè so di piacere alle famiglie, perchè sono diretto! sai Mara, io ho una doppia vita, una da cantautore [ :-S] e una da soubrette! [ :-o] !!!"    :-!!

Lettera d’amore.    Appunti

Penso a un mattino di settembre, al primo giorno di liceo, quando timido mi sedetti nel banco vuoto affiancato al tuo, silenziosa sconosciuta. E mi coglie una vertigine bruciante di fronte alla potenza del caso, all’inafferrabilità perversa della tuke. Mi lascio trasportare dai ricordi e mi smarrisco tra i giochi, gli scherzi, le risate. Scorro nella mente le lettere – una al giorno, una al giorno – le molte parole, i messaggi, le interminabili telefonate,  gli sguardi fugaci e intensi, le lezioni di educazione fisica  saltate per restare insieme, un poco.  a parlare sempre. A vivere sereni un’intesa irrefrenabile e istintiva che ci rendeva inseparabili e speciali. Invidiati forse. Felici.

Abbiamo vissuto un’amore puro tra le plaghe dell’adolescenza, immersi nell’ingenuità che rendeva ogni minuto meraviglioso. Quando eravamo insieme perché sorridevamo, quando separati perché ci pensavamo. Non potevamo chiedere di meglio. Non potevi  chiedere di meglio vanitosa Beatrice. Non potevo chiedere di meglio,tormentato romantico cantore, perso tre i platonismi e shakespeare. Ecco come cominciò, me lo ricordo. Fu Verona, al balcone.. e poi la festa a fine anno. Il ballo rubato. Le parole sussurrate. Il cuore che batteva, il pensiero di impazzire. Non sapere cosa dire.

Ma dovetti cominciare ad aspettare, la mia cara temporeggiatrice. Dovetti aspettare che lasciassi lui. Dovetti aspettare che capissi cosa volere. E dovetti aspettare che ti mettessi con l’altro. Mentre con me giocavi alla felicità e plasmavi sogni ad autodistruzione programmata.

Io ti amavo. Follemente, pazzamente, ingenuamente e senza freni, mi davo intero a te, sacrificato a una passione che mi travalicava e accecava, senza parole – eppure ne scrissi tante..  E con la stessa intensità mi fu dato di soffrire. E di scoprire le tue menzogne. E di sopportare i tuoi capricci. Mentre continuavo ad amarti, quare id faciam fortasse requiris.. nescio. E non lo so nemmeno ora. So solo che la nostra storia può venire ascritta tra le mille di un copione banale svenduto al mercatino della vita. So che la speciale meraviglia che l’ha sempre avvolta si è ridotta alla trama di un qualsiasi romanzetto da ombrellone. Io ti amo, tu ami un altro. Ci metto una vita a dimenticarti e ora tu mi cerchi. Sai bene che fine è stata scritta a questa storia. Questo dramma al quale non hai mai saputo regalare un colpo di scena. E nemmeno io.. così prevedibile. Così scontato.

Che parole amare.. che parole amare e che lacrime amare. Mentre penso a cosa scriverti in risposta al tuo appello di rivalutare i sussurri disperati di quell’ultima lettera. Ti amerò per sempre, per te ci sarò sempre. La bellezza cruda di quell’ingenuità. Quando tutto è cambiato, quando abbiamo vite diverse, quando ho smesso di amarti.

Sono passati più di sette anni da quel primo giorno di scuola.. per molto più della metà di questo tempo non ho potuto fare a meno di sapere di volerti. Sette anni sono tanti.. tanti..

Ed ora è troppo tardi.

Ci hai sempre considerati speciali, per la nostra posta quotidiana, per la nostra intimità spontanea, per il nostro rifiuto del buonismo generalizzato, per tutto quanto eravamo, le piccole e le immense cose.. e ora mi accusi di essere diventato come gli altri. E io mi chiedo che senso cerchi di dare a questi termini di paragone. Mi chiedo se nel dirlo hai davvero presente chi sono. O se non hai capito nulla. Mi rispondo da solo che mentre lo dici non lo credi, ma ammetterlo non farebbe che ferire il tuo amor proprio.

Non sono cambiato. Sono cresciuto. Ho vissuto questi anni. Vivo di quei sentimenti e moti d’animo e pensiero che hai conosciuto, alimentato, amato silenziosa. Ed è per questo che ogni volta che ti vedo ci sorridiamo incondizionatamente e ci ritroviamo sulla frequenza comune che oggi dedichiamo all’inutilità. Anime alla deriva ora. Non mi sorprende che tu guardi nostalgica al passato invocando un’amicizia speciale che ti rendeva importante. Ti aggrappi a questo relitto che la tempesta del tempo ha sventrato e sparso alla deriva. Io da questo naufragio ho ottenuto la prigionia su un’isola che non smette di stupirmi. E di farmi sognare, vivere, sperare. Pochi ne conoscono la rotta. Oh marinaio.. dovrò essere salvato?

Ma come puoi chiedere a me – disperso e affamato di nostalgia come te – di salvarti? Cos’hai compreso di questo tuo compagno di viaggio? Forza la mia diffidenza, se ci riesci, parlandomi di un presente che non abbia il retrogusto del passato. Perché ne ho la bocca malata.. e non solo per te.

Ma come faccio a vedere il mio futuro in un passato che mi ha rivoltato il cuore e l’anima e finito?

Oh no, non rinnego niente. Lo rifarei, rifarei tutto e ti amerei ancora, ti amerei di più perché.. non importa. Però che senso può avere l’amicizia che mi chiedi? Che senso ha un’amicizia programmata? Che senso può avere un’amicizia programmata per un sorriso spontaneo? Continueremo a vederci, per caso o meno. Scrivimi se mi vuoi scrivere e chiamami se vuoi chiamarmi. Un’amicizia si vive e non si chiede.

Citi la parte finale di un mio racconto. In quanti la fate vostra e la citate a vostra volta. Eppure non la persona per la quale è stata scritta. L’avrà capito almeno? Forse sarebbe il caso di dirglielo un giorno.. e tu? Hai capito? E che ne sarà proprio di quel sentimento? che la vita si ostina a tentare di soffocare sotto le coperte delle trame banali..

Gnu beginning

Si sono aperte e chiuse in questo weekend – tra qualche notte in bianco per disegnare prima e qualcuna per diletto poi – le mie vacanze infrasemestrali.. 2 giorni. troppa grazia! brindisi al tibi e poi al lime per il comple di CS, ieri tutti a cena da lei ( io sono favorevole all’uso della panna montata!) e poi ad un’altra festa. tra volti più o meno noti, vecchie storie sulle quali si può ridere o che bisogna ancora ben celare.. belle serate, lasciate scorrere con la serenità di chi è troppo stanco e sfasato per essere consapevole di quello che fa. E allora non fai caso all’amica sghemba infiltrata, alla tipa senza calze – e forse senza gonna – nella notte polare, al barista impazzito, al chupito industriale, a CS ubriaca, a chi ti dice entusiasta di aver finalmente cominciato  a leggere un tuo regalo di moolto tempo fa – ah, il libro sul deserto.. – , a chi ti riscopre, a chi si fa scoprire, alle mancate sorprese, a chi ti dice bello, a chi ti dice stronzo, a chi si ricorda il tuo nome anche se ti ha visto una sola volta mesi fa.. e un po’a tutto il resto..

poi la domenica. e ti metti a fare ordine per la stanza. dopo mesi.. e scopri che l’ordine è reso impossibile dalla carenza di spazi vitali. e allora parte il delirio. e capisci che devi buttare qualcosa. e io tengo tutto, sono affezionato a tutto, conservo gelosamente la più stupida inutilità. ma oggi sento che ce la posso fare. e devo approfittarne. e allora via i floppy – il portatile non ha più nemmeno il lettore – via il vecchio siemens giallo che fu il primo cellulare, via tantissimi fogli inutili, via qualche inutile gadget – non l’ispettore.. ma mentre cerchi di trovare una via nel caos sei assalito dai ricordi e dalla nostalgia. il cd del tuo gioco preferito che credevi di aver perso, qualche compilation struggente. le schede SAFARI con gli animali che raccoglievi da piccolo. carte d’imbarco, biglietti della metro, biglietti del treno, fogliettini, parole, appunti con la sua scrittura, lunghi biglietti scambiati duranti le lezioni di filos. i numeri del giornale del liceo,  mi rileggo, li riordino, metto sopra agli altri quello in cui con un articolo scritto insieme eravam finiti in prima pagina rubando lo spazio del preside – piccole inutili soddisfazioni. e lettere. e disegni. e ancora parole. e le parole della pazza anche. e sarà il caso di rispondere alla sua ultima lettera. per spiegarle che il passato non può tornare. e che è troppo tardi. ma rimando. perchè ora sono sospeso tra i ricordi e non riuscirei ad ammetterlo nemmeno a me stesso. l’abbonamento dei mezzi di londra, il luglio a richmond.. e qualche barchetta di carta.  biglietti d’ auguri. queste cose le devo custodire gelosamente. e le ordino nelle belle scatole dell’ikea. e allora già che ci sono mi metto a guardare le foto.. di nuovo l’inghilterra e san diego. e formentera. quando non c’era ancora la digitale e le foto come venivano venivano. e sono belle lo stesso. sono bellissime, anche quelle orrende. sono provato. buttando qualcosa di davvero inutile e riordinando il resto sembra vada meglio. ma se l’ordine è tornato, è migliorato nella stanza. che caos ora tra i pensieri. perchè il delirio della renovatio non fa altro che tendere i lacci che ti serrano le caviglie. eppure la mente vaga come una mandria di gnu nella savana verde per la pioggia di stagione. mi siedo un attimo, sono davvero provato.. dai cadaveri lì nel sacchetto della spazzatura e dai feriti che il tempo senza il mio volere stende tra coloro che ho amato. e io non so se posso, se devo, non so come nè perchè  salvarli..  il vento di questi giorni. e il mio blu d’incanto che finalmente ricompare la sera. forse la primavera. avranno la risposta

e comunque. nemmeno io capisco quello che ho scritto.

C’e’ la brezza che disegna la tua infelicita’
fra le ortiche e questo pezzo di cielo
sempre piu’ invisibile, inviolabile

Racconti delusioni
e il tempo che non c’e’ piu’
e’ un libro fra le mani:
lo leggi commovente in fiera dignita’

(Non risponde)

Non risponde

  

In the hole: comprami!

Me, SA (SuperAmica) e SG (Supergaio) decidiamo di dar sfogo al nostro irrefrenabile bisogno di trash e SA ci conduce a una serata pseudo gay-eterofriendly e cose varie.. non ci importa chi, ci importa.. trash! Succede quindi che:  a)  allegra cantata durante il percorso in macchina – la pula al vedere SA al volante con la maschera di zorro in fronte ci ferma – patente e libretto –  proprio mentre cicciolina rivela tutte le sue abilità canore alla radio (voglio il xxxx..)  b) vado in visibilio quando nel locale si manifestano la Sirenetta e Ursula: io la gioia darò.. non posso trattenermi dal cantarla tutta suscitando lo stupore di SG : ma sei il doppiatore originale?!  ðŸ˜‰  c)  Comprami, io sono in vendita… il maniaco vecchiaccio di turno ci prova a intervalli regolari con me e SG – e tutto il resto del locale..(SA mi aiuta a dimostrargli che non c’è trippa per gatti)   d) individuiamo a inizio serata tra i pochi mascherati – si ricordi il terribile felino con la coda  – un tipo travestito da donna con parrucca alla Marge Simpson uguale alla zia di SA (Zia Travona) e mentre poi SG si fuma l’ultima sigaretta prima di andare,  ZT arriva di soppiatto e si siede tra me e SG e: come mai avete già i cappotti? ve ne andate già..? siete appena venuti e ve ne andate subito? tutti così gli uomini.. vengono e se ne vanno.. ah..  :-/

Surprises.

Tu sei Ale? – AleOrange? – Sì – Piacere Nesos – e tu Dan vero? – Piacere Dan – Piacere Ale – Ale – Ale – Dan.  Piacere.  🙂

Tired

Grey

Yesterday i realized

you were not any more

in my mind and in my soul

and i felt strange and fool

until this morning

when i woke up and i found

that i miss you.

 

Ricchi premi e cotillon per chi indovina da dove son tratte le citazioni dei tre precedenti post.. poco tempo per scrivere di questi tempi, datevi da fare voi invece..

 

"Amore stella che non ho
dove ti ho perso in che universo
ti ritroverò?…
"