Alice.
In treno, riguardo le foto appena scattate. La ragazza accanto a me sta ascoltando elisa, la musica si diffonde dalle cuffie, il volume alto. Questa canzone mi ricorda molte cose. Ma lei dopo poco dorme, la testa ciondola. Lascio le foto e prendo dallo zaino il libro che sto rileggendo avidamente. Leggendo e rileggendo. Il mondo senza di me. Ricordo, l’avevo preso per regalarlo, per caso, perché il protagonista ha il mio nome, perché era di un autore ancora poco noto, perchè…le poche parole lette da pagine aperte a caso mi avevano costretto a non lasciarlo sullo scaffale. Lo lessi e lo regalai a chi volevo mi capisse davvero. Se l’ha mai letto, non lo so.
Mi rendo conto solo ora che i personaggi han 21 anni. Mi sembrava un’età lontana, mi sembravano grandi e diversi, solo qualche anno fa. Eppure ora 21 anni io li ho. E sono sempre più simile a questi spiriti di carta e sensazioni, sentimenti, insicurezze. Mentre mi interrogo sul mondo senza di me. Sul mondo con me. Sulle amicizie che nascono e quelle che naufragano. Sugli amori passati. Sulle relazioni strane, nuove, diverse, di chi mi sta intorno. Mi stupisco dell’affetto. Mi stupisco di essere ascoltato. Di essere interrogato. Mi stupisco delle differenze. Le indago, le interpreto, le faccio mie.
Mi perdo nelle piccole cose, i particolari, che mi piacciono tanto. E mi ritrovo a cercare una strada, non trovo palmipedoni, seguo il mio sentiero, a tentoni. A volte mi rendo conto di chi non smette di cantare al mio fianco. Sbagliando le parole. Di parlare mentre una macchina va rapida per la tangenziale nella notte fresca. Siamo soli, ma siamo in due. A sapere di che cosa sappiamo, a sapere di che cosa sa la difficoltà di donarsi, la delusione, la speranza. Siamo così vicini da essere una cosa sola eppure per questo come poli simili di una calamita ci respingiamo, diffidenti. Le stesse paure, gli stessi istanti in cui sentirsi a disagio, in cui gli sguardi assonnati si intrecciano ad una brioche divorata sul treno la mattina presto. Mentre lo zucchero a velo lascia traccia dei nostri momenti.
Ecco, non so se volevo parlare di te con queste poche parole. Eppure mi sono ritrovato a percepire il tuo sguardo insicuro che si mostra forte e risoluto nell’affrontare le sfide che si crea. Perché ti vedo ogni giorno scontrarti con il mondo senza di te. E allora siamo uguali. Ti voglio bene.
"Forse il tormento di non amare nessuno è uguale a quello di amare qualcuno. Fretta e senso di spreco. Come siamo convinti: siamo il tesoro che nessuno scopre, siamo gli angeli che nessuno intravede. Ma ora bisogna crescere, essere più onesti. Accettare di essere isolati. Nessuno ha il dovere di amarci. Se qualcuno che amiamo a sua volta ci amerà, non sarà per un nostro diritto ma sarà un dono raro, imprevedibile."
[M.Mancassola, Il mondo senza di me]