Qualche giorno fa, in treno, stanco, stato catatonico, sprofondato nelle sabbie del sonno, una voce che è un po’salvezza, che era l’unica desiderata, insperata, latrice di sconfinata serenità. e lo sa. (purtroppo forse). c’è tanto da ringraziare e niente da spiegare, come sempre. perchè alla fine le parole contano quel poco per essere ali d’emozione, la barchetta su cui viaggia il solo conoscitore della rotta. l’isola lo accoglie in festa. grazie.